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sabato 26 novembre 2016

Elegia per Fidel Castro

Fidel Castro - Cuba --  Inside - Out di Sven Creutzmann


E' morto l'ultimo comunista sulla Terra di quelli che contano, ovvero uno di quei tanti borghesi contestatari della stessa cultura di provenienza, come oltretutto lo è stato per tutti gli altri comunisti, italiani compresi, tutti figli di borghesi benestanti o proprietari terrieri o persino nobili.
E' morto Fidel Alejandro Castro Ruz, colui che ha fatto credere al mondo intero di essere sbarcato, come un clandestino, sulle spiagge del sud di Cuba su una barca (il Granma) insieme a Che Guevara e Camillo Cienfuegos (l'unico figlio del popolo, morto poco dopo la rivoluzione cubana in circostanze che definirle "misteriose" è eufemistico) ed un manipolo di pochi altri uomini (12, per l'esattezza), sconfiggendo l'armato esercito del dittatore Batista. Chissà se sarà seppellito insieme agli altri in Plaza de la Revolucion a Havana...dove certamente si celebreranno i funerali di Stato e dove un popolo sarà chiamato a raccolta per riempirla tutta, un popolo il cui più grande sogno sono stati gli Stati Uniti o il "fantasmatico" quartiere residenziale inaccessibile alle masse dove abita il "potere" rivoluzionario cubano.

E' morto un uomo di spiccata intelligenza, che ha saputo conservare inalterata una dittatura dallo stile monarchico per tantissimo tempo, e la cui cifra, fra i tanti motivi, possa essere rintracciata soprattutto nel disuso di uno dei significanti più importanti e decisivi della cultura borghese, avvilendolo e svuotandolo di applicazione e diffusione pratica. Mi riferisco all'idea e alla pratica del "lavoro" .

Ancora oggi, non ostante non ci siano molti denari a disposizione perché Putin non è Gorbaciov, il popolo cubano è sfamato, ognuno indistintamente, con un pezzo di pane al giorno, 1 libbra di olio di semi, 12 uova, fagioli a volontà, e un po' di pollo e maiale al mese... ma lasciato senza lavorare. Eppure, con paghe mensili di 10-12 dollari cubani (equivalenti a quelli USA), o dove un medico di ospedale ha come stipendio appena 33 dollari cubani, sarebbero più competitivi dei... cinesi! Ed invece no, sono lasciati a lavorare, si fa per dire, di corruzione diffusa e capillare, di turismo internazionale che non ha fatto altro che aprire fortissime diseguaglianze sociali. Oggi ci sono una marea di giovani che agognano il benessere apparente dei turisti trasportati sui pedalò, ed i più fortunati che lavorano nelle catene El Rapido dello Stato, che riprendono i Mc Donand's americani, il servizio è Muy Lento e insofferente.
E' morto un uomo che ha saputo far stare un popolo intero lontano dal lavoro, ecco la forza e la cifra della durata della sua dittatura. Presso il boulevard di Cienfegos è possibile ammirare credo una delle migliori "installazioni" di produzione tessile industriale, "ectoplasmi" produttivi comunque presenti in anche tutte le altre città cubane importanti e non (ce n'è uno anche anche a Vignales, una bella cittadina agricola di pochissimi abitanti). Ma quella di Cienfuegos, che per la posizione centralissima che occupa, è la più significativa, anche di più di quella di Havana. Un ampissimo spazio occupato da, occhio e croce, una cinquantina di macchine da cucire, ma dove a far finta di lavorare ci sono 3 donne, certamente salariate di Stato, che non sanno manco che ci stanno a fare là. E così è dappertutto: il lavoro, inteso come organizzazione industriale della produzione, è a Cuba interdetto. E' là, in bella mostra, nelle vie principali di tutte le città, ma il lavoro non è praticato. Quello che accade, di fatto, a Cuba è che s'importa tutto, ad eccezione del rum e dello zucchero. Anche i polli ed i maiali sono cinesi, oltre che i vestiti che indossano. Un'utilitaria la compri dallo Stato, a 90.000 dollari... sì, avete capito bene, la vostra fottussima Panda costa 90.000 dollari cubani (CUC, ripeto equivalenti a quelli USA), non pesos! Infatti, potete trovare in ogni angolo di qualsiasi città le tre maggiori attività praticate: il meccanico di auto, il riparatore di cellulari, e signore che applicano le unghia finte.

Questa la demoniaca (intesa come sovraumana) intelligenza di Fidel Castro: aver tenuto al riparo un popolo intero dall'uso del pensiero, che nell'esercizio dell'organizzazione di un'attività produttiva, aguzza l'ingegno! Invece l'ha solo sfamato anche se avrebbe potuto farlo lavorare, preferendo lasciare che cantasse e facesse finta di essere felice, almeno fino a quando poi non è cominciato il "periodo especial" nel 1991, ovvero quando l'URSS non ha più finanziato la suggestiva base sovietica nei pressi dei mari statunitensi. Fidel castro è quello che ha permesso, e preferito, che la corruzione pervadesse ogni remota dignità di questo popolo di schiavi, liberati dal dover essere uomini. Il resto è polizia in ogni angolo, propaganda e retorica del peggior conio borghese, perché quella sì che va bene.
E' lavorare, nella sua accezione di agire sulla realtà materiale, che è pericoloso lasciare che si impari ad esercitare.

il grande insegnamento di Fidel è che una dittatura, ovvero il peggio della democrazia, funziona solo se fai diventare un massa di persone dei coatti. Fidel è morto, ma il suo insegnamento all'Occidente comincia solo adesso.